I PIRATI DELLA LOGGIA

I Fanteria di prima linea hanno appena finito di suonare al Dalala, piazzando in sequenza una cover di “Felicità“, “Let It Be” (che in bocca loro è diventata “Bevi il vin“) e una specie di siparietto in cui ci invitano a comprare il loro disco (che non è manco uscito, ma uscirà a breve), pena la vittoria dell’Isis sull’Occidente.
I Fanteria di prima linea sono Arty, Vittorio e Lorenzo. Suonano un punk hardcore marcio, sudato e divertente – per noi non poteva che essere amore a prima vista – e abbiamo deciso di chiedergli delle cose che a voi non interessavano. A noi sì.

I:Perché Fanteria di prima linea?

[Vittorio, basso e cori]
Perché un giorno è arrivato Arty a prove e ha detto “Il nome della band è cambiato da Kollettivo Loggia a Fanteria di prima linea“, non sappiamo ancora perché.

[Arty, chitarra e voce]
Noi siamo sempre dei disastri, e in guerra chi muore per prima? La fanteria di prima linea. Quindi noi saremo i primi a cadere per noi stessi.

Arty è sempre il primo a cadere

I: Prima quindi eravate Kollettivo Loggia – ma di fatto lo siete ancora, perché comunque siete gente che girava nella Loggia [di San Giovanni]. Mi ricordo anni fa che vi vedevo e dicevo “cazzo guarda i metallari della Loggia”. Poi siamo cresciuti e i metallari non ci sono più. Cos’è successo?

[Arty]
Non lo sappiamo neanche noi in realtà. Semplicemente siamo cresciuti ognuno per i cazzi suoi. Noi rimaniamo fedeli alla linea – alla prima linea! – ma comunque siamo sempre assieme, hai visto oggi c’era non dico gran parte, però una parte buona del Kollettivo Loggia.

I:Insomma ragioni di vita, lavoro, studio…

[Vittorio]
È anche aumentata la polizia se devo dire.

[Arty]
C’è troppa polizia a Udine
*sottovoce* più birra e meno sbirri.

I:Adesso in generale nelle scuole non si vedono tante persone che sembrano identificarsi in una sottocultura. Quelli della loggia sembravano tutti metal, punk, o comunque sembrava esserci qualcosa in comune.

[Arty]
Eravamo tanti di diverse sottoculture. La Loggia è bella perché è varia.

[Vittorio]
Il filo comune è l’alcol.

[Arty]
Il filo comune è bere birre e non rompere il cazzo.

[Vittorio]
Ottimo rapport alcol prezzo.

I:Tavernello?

[Tutti]
Sempre.

Burzum e tavernello

I:A livello di testi mi sembra che parliate sempre bene o male di cazzi vostri, cose che vi succedono…

[Arty]
Magari qualcuno non lo capisce ma sono storie vere. “Non uscir con me [faccio far brutte figure]” è una storia vera, “Dammi l’euro del carrello” è una storia vera. Poi ci sono canzoni come “Resisti“, molto provocatorie, verso chi ci opprime sempre dall’alto. E quindi “Resisti, per te e chi verrà dopo di te.”

[Vittorio]
Di solito in sala prove viene fuori un giro di accordi. Poi Arty canta quello che gli passa per la testa. Poi va a casa, qualche giorno dopo viene e dice “Oh ragazzi ho scritto il testo”. Poi lo tiene affisso all’astra del microfono fino a che non lo sa a memoria.

I:Ci volete raccontare una di queste storie che stanno dietro ai pezzi?

[Arty]
“Non uscir con me faccio far brutte figure”

[Vittorio]
Probabilmente una delle volte in cui abbiamo rischiato di più.

[Arty]
Eravamo a C**** e c’erano i Wildest Time che suonavano. Mi hanno chiamato a fare un pezzo con loro, che era Wrathchild dei [Iron] Maiden. Io ero marcio, eravamo tutti sbronzi e io dovevo cantare con loro. Sono salito sul palco non stando in piedi, canto il pezzo…e poi non so.

[Vittorio]
Ha urlato “Motherfuckeeer”.

[Arty]
Ho tirato merda e questi qua se la son presa, ‘sti motociclisti.

[Vittorio]
Bikers della domenica…ce la siamo un po’cercata.

[Arty]
Eravamo in venti contro quattro/cinque..abbiamo rischiato le legnate ma tante, siamo scappati per i campi. Una ragazza che era con me quella sera mi ha detto “Non esco più con te, mi fai far brutte figure”, al che ho detto “Perfetto”.

[Vittorio]
Finisce il mito e inizia la storia.

Motherfuckeeer

I:Avete suonato in altre band?

[Arty]
Suono anche con Vandaltrybe da vari anni, dal 2010.

[Vittorio]
Ho suonato nei Gates of Doom quattro o cinque anni, ma in parallelo ho sempre suonato nel Kollettivo Loggia.

[Lorenzo, batteria]
Ho avuto un due gruppi seri di cui uno ancora oggi, Nuclear Storm.

I:Da quanto esiste la fanteria?

[Lorenzo]
Due/tre anni fa?

[Arty e Vittorio]
Eeeeeeh….

[Vittorio]
Le prime prove eravamo in quarta superiore .

[Arty]
Quindi son passati un macello di anni. Eravamo un’altra formazione. Io suonavo il basso e cantavo, poi abbiamo preso Vittorio. Quindi eravamo lui [Lorenzo], Vittorio e un altro chitarrista che ci ha abbandonato. Poi mille chitarristi. Batteristi a nastro. Poi abbiamo ripreso lui [Lorenzo] che era sparito un po’. Il batterista che avevamo ci ha smuccato una settimana prima di un concerto. All’ultimo gli ho chiesto “Vieni a fare un concerto con noi che ci manca il batterista? Ti mando i pezzi”. Arriviamo al concerto, in ritardo, e sono arrivati gli sbirri….ci siamo rifatti ai concerti dopo.

Che poi è pure bravo

I:Avete mai vissuto a Udine una situazione che definireste una “scena”? A parte il Dalala.

[Vittorio]
Udine città o provincia? Nella bassa c’è una bella scena, ma parli sempre di metal. Ci sono un po’di festival in regione, a Resia. Lì è il livello più alto che c’è secondo me in regione.
A Udine prima che diventassero dei radical chic di merda c’era Cas*Aupa che facevano suonare un po’di tutto. C’era il Piper che però è chiuso. Al Piper c’ho suonato 12 volte.

[Arty]
Poi hanno iniziato a fare le serate dei fricchettoni.

I:Tre parole per descrivere il sound del gruppo?

[Tutti]
Alcol.

[Arty]
Velocità.

[Lorenzo]
Velocità e sporcizia.

[Arty]
Merda, sangue e merda.

[Lorenzo]
Birra sangue e merda.

Birra, sangue e merda

~Jolla Biafra, foto di Karen Novotny

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